Κἁθαρσις – E’ GIUNTO IL MOMENTO

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Immagine dal Web.

Ho realizzato, in quest’ultimo periodo, che sono stata male a lungo e che, adesso, sono consapevole di quale fosse il problema. Ho vissuto un crollo in questi ultimi tre anni circa della mia vita e questa mia crisi interiore ha subìto un declino peggiorativo. Sono arrivata ad ammettere e a riconoscere il mio malessere, ad accettarlo ed affrontarlo. Fino ad ora, ho vissuto solo una forte sensazione di negatività nei confronti della vita: le mie giornate e tutto quello che facevo mi sembravano completamente inutili e privi di senso, un grande spreco di tempo. La mia esistenza era diventata un aborto. Vivevo per il nulla e ho avuto pensieri di morte. Tutto questo si riversava nella quotidianità della mia vita. Fallivo nei miei intenti, nelle relazioni e nello studio. Fallivo ovunque e avevo rimosso cosa volesse dire mettersi in gioco. Ero arrivata al punto di convincermi che soffrissidi qualche patologia mentale ancora da diagnosticare, in quanto ero all’oscuro della ragione per cui io soffrivo. Oppure, semplicemente, conoscevo già il motivo e mi tornava difficile accettare la situazione. Avevo solo voglia di spegnere il cervello. Ed, infatti, ero arrivata al punto di annullare la mia esistenza tenendomi costantemente impegnata nel fare qualcosa per evitare che i miei pensieri prendessero il sopravvento e mi riempissero la testa. Ho iniziato a fuggire dalle mie responsabilità. Ho cominciato a pormi seriamente delle domande sul mio stato d’animo nel momento in cui ho compreso di essere cambiata e di essere diversa. Gli affetti che mi circondavano si sono posti le stesse domande, chiedendomi le ragioni del mio cambiamento; ne trascuravo le motivazioni.
Ero diventata una schifezza di persona, un’ameba. Dal momento in cui mi alzavo la mattina, “schifo” era l’unica parola che mi accompagnava per tutta la giornata e una definizione generalizzata. E mi ero stancata della mia condizione. Ho accumulato uno stress psico-fisico tale da arrivare al punto di esplodere. Probabilmente, iniziare un’esperienza importante come quella del servizio civile, in questo particolare momento della mia vita, ha contribuito ad aumentare il mio livello di stress. E, probabilmente, se non fossi arrivata al punto limite, avrei continuato a reprimere le mie vere sensazioni. Credo che il mio vero problema riguardi l’insuccesso e il fallimento. Vedo i miei amici realizzare i propri sogni e i miei rimanere irrealizzati e irraggiungibili. La strada che ho percorso fino ad ora è quella sbagliata. Questa consapevolezza l’ho assunta col mio tempo. E’ stato difficile accettarlo. Ed è così.
Penso che viviamo in un tempo ostile. Una volta c’era molta più possibilità di entrare a far parte del mondo del lavoro; quindi, era molto più facile per ogni individuo sapere chi volesse essere e seguire le proprie passioni e propensioni. La situazione attuale, invece, ci ostacola. Il lavoro è precario o inesistente e ognuno cerca la via più facile per realizzarsi economicamente; spesso, senza dare voce ai propri sogni. Quello di cui, indubbiamente, io sono stata sempre convinta è che la vita di un essere umano è impagabile. Sostanzialmente, io mi sono sempre disinteressata al denaro in termini di quantità; ho sempre dato priorità alla ricchezza dell’anima. Inizialmente, anche io ho cercato la strada più facile per tentare di ottenere un lavoro sicuro, nonostante nutrissi una forte attrazione per le complicanze, in quanto le ho sempre viste come delle sfide. Insomma, mi piacciono le strade ardue e difficili, mi sono sempre piaciute.
In realtà, bisogna anche aggiungere che la mia scelta è stata molto condizionata dal volere dei miei genitori. E a me fa schifo ciò che faccio adesso e me ne ha fatto sempre (chiedo scusa per il francesismo). Questo era un fatto risaputo e già venuto fuori in passato e adesso è riaffiorato con un’intensità diversa: maggiore e decisiva. Se, in tutti questi anni, paventando, io ho sempre represso questa verità, la causa è attribuita a diversi fattori: in primis, mi sono sempre chiesta “La mia strada non è questa. Se lascio, cosa faccio?”; ho perseverato su questa via costringendomi a continuare, quasi come se avessi voluto auto-punirmi per il mio gravare e sentirmi in colpa nei riguardi economici di coloro che mi hanno offerto, con tanti sacrifici, questa possibilità; infine, ero perfettamente consapevole del fatto che, qualora avessi preso una decisione drastica, la mia vita sarebbe cambiata radicalmente. La mia vita, probabilmente sarebbe stata altrove. Io mi conosco: metto le radici ovunque mi trovi. Quindi, per me, ogni minimo cambiamento può risultare uno sconvolgimento. Io mi ci attacco alle situazioni e cambiarle, poi, mi risulta sofferente. Quindi, io avevo effettivamente paura di ritrovarmi in una situazione di incognito, sconosciuta. Avevo paura di poter avere pentimenti e nostalgie. Così, mi sono sempre detta: “I miei genitori continuano a dirmi che questa per me è la strada giusta, che basta solo l’impegno per riuscire e che questa è la mia opportunità che devo sfruttare”. Contrariamente a ciò, allo stesso tempo, io mi sentivo costantemente oppressa dal portare avanti forzatamente qualcosa che, in realtà, mi annoia fare perché mi piace poco. In quello che faccio adesso mi vedo negata la possibilità di esprimere me stessa per ciò che sono realmente. Questa condizione mi fa soffrire tanto, perché la vedo come un limite delle mie possibilità. Mi sento insoddisfatta e priva di motivazioni e di stimoli per andare avanti; così, mi sono bloccata. Dalla mia insoddisfazione deriva il senso di inutilità. Questo è il mio punto di arrivo. Adesso, mi tocca decidere seriamente cosa farmene della mia vita. La mia attuale condizione mi infastidisce e mi arreca rabbia. Voglio ridare un senso alla mia vita, ne ho bisogno. Sono arrivata alla conclusione che si deve avere il coraggio di stravolgere la propria vita, perché è sbagliato affidarla nelle mani altrui. Qualunque cosa noi decideremo di fare nella vita, ci sarà sempre qualcuno pronto a criticarci, con l’unica differenza che, se la scelta è nostra, vivremo senza rimpianti.
Io mi sentivo come ingabbiata ed intrappolata in una situazione senza alcuna via d’uscita. Solo noi possiamo sapere cosa viviamo dentro e quali sono le nostre lotte interiori; gli esterni possono solo comprendere e travisare. Così, ho avuto finalmente il coraggio di ribellarmi. I miei genitori saranno sicuramente arrabbiati e delusi; infatti, l’hanno presa molto male. E prima o poi dovranno accettare come stanno realmente le cose, così come l’ho accettato io. Evidentemente, avrebbero dovuto dar peso alle mie sensazioni già da prima che io arrivassi a  questo punto ed accettarlo per tempo. E’ pur vero che io ho vissuto sempre il peso di essere mantenuta da loro e, considerando che i soldi sono loro e che la possibilità che mi era stata offerta era questa, me la sono sempre fatta andar bene. E voglio fermarmi qui per poter ripartire, perché voglio ritrovare l’entusiasmo per la vita. Vorrei che si rendessero conto che sono cambiata a causa di tutto questo e che mi manca essere la persona che ero prima, piena di vita e col sorriso sulle labbra.
Ora, infatti, i miei discorsi e i miei ragionamenti sono lineari; prima sono stati confusi. Ora so quello che voglio. E, anche se la scelta potrà essere drastica, sono pronta a fare persino delle grosse rinunce. Perché, se rinunciare vuol dire trovare la serenità e la pace mentale per investire tempo in qualcosa che realmente mi aggrada, allora io sono disposta a fare tutti i sacrifici necessari, nonostante io sia perfettamente consapevole del male e della nostalgia che, in un primo momento, proverò qualora io decidessi di proseguire per la mia strada. I primi tempi saranno difficili, lo so. Però voglio farlo, voglio stravolgere la mia vita. E poco mi importa di quello che potranno pensare gli altri. Verrò presa per matta? Va bene, già successo altre volte. Del resto, chi mi conosce, mi conosce anche per i miei gesti “folli”; per cui potrà sorprendersi relativamente.
Mi sono resa conto dopo circa tre anni di tutto ciò (forse qualcosina in più) e, onestamente, posso farci ben poco. Ognuno ha i suoi tempi ed io sono stata sempre lenta nelle mie cose, lo ammetto. Mi dispiace per il tempo ed il denaro persi, mi dispiace per i miei genitori. E’ arrivato il momento di prendere in mano le redini della mia vita e andare per la mia strada, senza il bisogno di affidarmi più nelle mani di nessuno e consapevole delle mie scelte.
Se prima mi sentivo come un gabbiano dentro una gabbia talmente stretta che lo impossibilitava nello spiegare le ali, ora sento che la gabbia è sparita e che posso spiccare anche il volo.

(Federica Zummo)

29 risposte a "Κἁθαρσις – E’ GIUNTO IL MOMENTO"

  1. Catarsi, ricominciare, parole che devi gustare, assaporarne tutta l’intensità perché la consapevolezza che hai espresso, intrisa di dolore e di voglia di onorare la vita nella sua estrema bellezza, pur essendo molte volte dura, è la più autentica realtà cui possiamo ambire. Viviamo un mondo difficile. Lo hai descritto benissimo. La fenomenologia l’ho sempre amata perchè ci disvela le illusioni e invece oggi si fa di tutto per non vedere la realtà. ma la realtà può essere sorprendente finché cìè la voglia di lottare e ambire alla visione del sole che sorge. Perché ogni giorno si può svelare come sorprendente in tutti i sensi. Io, da giornalista, dopo anni di difficoltà, ho lasciato la casa editrice assieme a tutta la redazione a settembre perché non se ne poteva più. Momenti duri, difficili. Oggi sto tentando di ricominciare. Con pochi amici e colleghi. E’ dura ma piano piano ricominciamo. Sempre nella comunicazione, nello scrivere. La mia passione. Ogni passione nutre la tua anima e se gli altri non sono in grado di comprendere. pazienza. Il tuo nutrimento sarà illimitato, anche quando ti sembrerà di non averlo. ma quando scoprirai questa bellezza, la catarsi sarà totale. Rigenerarsi attraverso la fiducia in te e la consapevolezza di avere scoperto ciò che sei e che meriti. E se hai questa grande ricchezza, non ci saranno illusioni ma la forza vivificante di amare la vita per quello che è. Un grande abbraccio Federica

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    1. Non è stato facile per me ammettere tutto ciò, non avevo il coraggio. Mio nonno citava sempre “Volli, fortissimamente volli”. E aveva ragione. Non bisogna accontentarsi, la realizzazione del nostro essere fa parte della nostra vita e ne va della sua qualità. Grazie per le tue parole che mi rincuorano e mi confermano che nulla è perduto e che non è mai troppo tardi per ricominciare.

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      1. La capacità di saper ammettere tutto questo, le vibranti parole che hai scritto sono una scuotimento per l’anima e per la carne. Sono la forza che traspare da tutta la tua essenza e il miglior modo per avere cura di te, per camminare con ali di consapevolezza su ciò che sei e che sarai in grado di diventare. Sempre di più. Con il coraggio che diventerà una brace sempre più incandescente che svilupperà un fuoco inestinguibile. Questo è il mio augurio più sincero.

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  2. Mi verrebbe da scrivere veramente tanto, Federica, dopo averti letta… Sono fasi della vita che ho attraversato anch’io e anche adesso, a 52 anni suonati, mi ritrovo a mettermi in gioco e talvolta a ricominciare tutto daccapo (oggi, per fottuto esempio, la mia compagna ed io ci siamo lasciati dopo 2 anni di storia insieme: tutto da rifare, tutte le aspettative, le speranze sono andate in fumo, tutto distrutto). Mi metto in gioco sempre anche io, come puoi vedere dalle mie poche parole…. Io mi esprimo molto anche attraverso la musica e, se ti va, ti lascio questo link che ti darà conferma di tutto ciò che hai scritto e ti spronerà a continuare per la nostra strada intrapresa, non mollare …. http://www.youtube.com/watch?v=536eUZttw_Q …questo tuo post assomiglia molto, nella sostanza, a quello che ho scritto io stanotte: ti sono vicino. Carlo

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      1. Non ringraziarmi per il sostegno: qui nella blogosfera c’è tutto un mondo di persone che scrivono, che si aprono, che mettono a nudo i propri sentimenti…E’ giusto, doveroso, ascoltare e leggere con assoluto rispetto. E condividere se si può: ci si aiuta anche in questo modo così semplice. Condividendo. 🙂

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  3. Ti capisco profondamente. Cadere nell’inedia e non avere la forza di alzarsi è una condizione che conosco benissimo. Sei stata coraggiosa ad esprimere le tue emozioni e ti ammiro per questo. Un caro saluto 🙂

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