PER CHI HA VOGLIA DI DIRE LA SUA

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ABNEGAZIONE

“Dai il tuo impegno migliore, perché tu vali il miglior impegno.”
-Denis Waitley-

Una parola che deriva dal latino, composta da “ab-“, che indica allontanamento, e NEGARE.

Ancora: ABNEGAZIONE, nella Legge Ebraica, si ha quando “il raggiungimento di un bene più grande ha la precedenza sull’osservanza di un precetto minore. Questa pratica riflette la natura flessibile della legge ebraica ed il profondo rispetto per il prossimo.”
(Fonte: Wikipedia).

Dal “Sommario delle Regole” di S. Ignazio, par. n. 12:
per arrivare in modo più eccellente al grado di perfezione accennato sopra, così prezioso nella vita spirituale, ciascuno deve, innanzi tutto, mettere la massima sua applicazione a cercare, secondo Dio, la più perfetta abnegazione di se stesso e, per quanto sarà possibile, una mortificazione continua in tutte le cose.

Una parola profonda, che include una spiritualità importante. Comprende sacrificio, rinuncia, dedizione e, spesso, prevede il perdono. Tutto questo affinché si possa stare in pace con se stessi e con il mondo.

Ho voluto dare un’idea piuttosto frammentaria delle varie

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PACE

Espressioni della Mia Mente. (Federica Zummo)

Pieno caos nella mia testa:
di giorno piove, la notte il Sole.
Vorrei un dio. Vorrei un dio che
sappia piangere con me,
contare gli infiniti sulle punte delle dita.
Niente è semplice, ma domani si vedrà.

E tu stanotte stammi vicino, non te ne andare,
dammi la mano e comincio a contare
per quanti secondi tratterrò il fiato,
per quanti battiti avrò il cuore accelerato,
quanto ossigeno non consumerò
affinché tu possa respirare quest’aria,
quest’aria d’amore.

E se ti vien fame? Mangia un bacio.
Dolce o salato, che importanza ha?
Può solo bruciare, ma non fare male.
E se ti vien sete? Bevi parole,
parole d’amore, dissetano il cuore.
Che poi c’è domani, un posto migliore
per luogo comune. Ma tanto si sa
che un altro casino si rivelerà.

Intanto, Pace.

(Federica Zummo )

IL FIORE DELLA PACE

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Fonte: immagini gooogle

Distesa su un prato a sognare,
vedo scene di guerra che stuprano l’ aria,
ove discendono gelide lacrime
pesanti come massi, amare come sale
e impregnate di cari ricordi.
In quei luoghi tormentati, dove il silenzio grida,
sbocciano fiori di dolore e di pianto,
che contaminano tutto ciò che li circonda.
Li, la sofferenza danza sulle note più acute
della scala cromatica di un violino
che stride di rabbia e di dolore.
Li, proprio li…La pace… è la guerra più lunga.
D’ un tratto mi sveglio; ad occhi chiusi ancora,
sento un soave e delicato profumo.
Mi alzo, cerco…Scorgo per terra il fiore della pace
calpestato da un’ infinità di piedi indifferenti!
Lo colgo, lo curo e lo porgo all’ umanità.

(Federica Zummo)