Ci sono anime che, come i barboni, elemosinano. Anime povere, che incontri spesso sotto i ponti della paura e ai bordi delle strade del fallimento.
Prive di collocazione nel Mondo, non sanno dove andare, dimorare, dormire…
A impatto, sono fredde, prive di flusso, marmoree e statuarie. Fluttuano inerti e senza un fine, come enti incastonati in uno spazio temporale che ha cessato di scorrere; si è fermato. E in una tale condizione di stasi, si accalcano sui confini della linea del tempo, nei disperati tentativi di scavalcarla e riprendere flusso, calore e sintonia.
Queste anime mendicano per tentare di placare la loro inesauribile sete. Mendicano emozioni che Continua a leggere “MENDICANTI DI EMOZIONI”→
Forse “M” aveva ragione nel dirmi che sbaglio a non pretendere dalle persone, lasciandole troppo libere di fare. E, per quanto io trovi la pretesa un concetto primitivo, forse è sintomo che siamo fatti anche d’istinto e, forse, è necessaria a soddisfarlo. Per quanto io possa preferire immaginare il modo in cui debbano andare le cose, dovrò inevitabilmente fare sempre i conti con la realtà. E il mio mondo si circonda di dettagli e situazioni che non fanno altro che smontare la biunivoca visione che
E così, alle sei del pomeriggio, il Sole salutò la città. Col suo ultimo raggio stampò un bacio caloroso sulla fronte di tutti i passanti, ravvivandone il viso, la pelle e il sorriso. Poi s’accinse a scomparir dietro mura e monti ombrosi… lentamente. Apprensivo, voleva esser sicuro, osservando da lontano, che l’immagine dell’allegro operato per cui sin dal tempo dell’alba s’era immolato, non si rivelasse vana ai fini del progredir della vita. Per finire, ci mandò a salutare dal canto degli uccelli notturni. Sapeva che il buio e la notte avrebbero portato il gelo e malinconici pensieri, ragion per cui fece in modo che ci rimanesse addosso, il più a lungo possibile, il calore che gratuitamente ci aveva donato durante le ore di luce. Fu proprio per questo motivo che dedicò il Tramonto agli occhi degli esseri umani.
-Un altalenare di buoni propositi e false aspettative. Ogni tanto mi succede di mettere un piede dentro al Limbo della fantasia, specialmente quando sono troppo vicina al confine tra realtà e immaginazione. E, quindi, ballo tra ciò che vorrei e ciò che posso avere da questa vita.
-Credo questo sia dovuto al fatto che non hai mai provato a metterti in gioco fino in fondo…
-Che vuol dire “mettersi in gioco” quando quasi non distingui più i sogni dalla realtà? Supponiamo che, passeggiando lungo il fiume, io veda un bellissimo Martin Pescatore: mi piace e, nella mia fervida immaginazione, penso che lo desidero, che mi piacerebbe prendermene cura e portarlo con me. Penso che questa sia un’idea felice. Tornando alla realtà, però, mi chiedo: con quale diritto potrei farlo? Mi rendo conto che non posso averlo, perché quell’amabile creatura non mi appartiene; non so nemmeno